Le
rotonde sono luogo o non luogo dell’arte?
Il senso estetico delle città partendo dalle rotonde.
Questo lo spunto
intrigante ed attuale che ha animato l’incontro, moderato dall’artista catalano
Anton Roca, sull’Arte pubblica a Cesena organizzato
da Progetto Rad’Art e Associazione artèco per “luogoComunelab”.
L’evento espositivo del progetto “luogoComunelab” si è svolto all’Ex Pescheria,
con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della città, dal 29 dicembre
al 16 gennaio con due momenti chiave sabato 8 gennaio
con una “tavoloRotonda” e sabato 15 con l’incontro
“Arte Residente”.
La
rotonda è forse l’elemento urbanistico che è stato in grado di
sradicare uno dei tratti distintivi della civiltà occidentale:
l’incrocio. Un contributo artistico e culturale è parso importante
per incidere sulle scelte che determinano l’abitabilità dei luoghi che consideriamo
patrimonio collettivo del quotidiano. Affrontando il senso estetico
delle città, partendo dalle rotonde e allargando la riflessione estetica allo
sviluppo urbanistico della città, 25 artisti hanno analizzato
parte del territorio della provincia di Forlì-Cesena
e le sue rotatorie come idea, non come elemento operativo. Una
ricerca arricchita da interviste ad amministratori locali che hanno operativizzato
l’idea rotonda. Interessante spazio ha avuto un progetto che ha messo al
centro l’arte, senza una specifica rotonda, facendo ruotare intorno ad essa
un progetto di sviluppo ragionato, condiviso, operativo, realizzato nell’entroterra
sardo.
Cardo, decumano, incrocio, sono stati elementi centrali nell’urbanizzazione
delle città europee: dall’ortogonale al circolare
si afferma con la rotonda un principio che scalza una univocità. In
effetti la rotonda può essere la trasposizione materica del cerchio stellato
della bandiera europea. Le rotonde sono quindi luogo dell’arte o non luogo
dell’arte? L’arte deve nutrirsi della relazione con l’osservatore e la rotonda
è nemica della sosta e lascia al fruitore un’impoverita
funzione estetica. Il problema non risiede nella rotonda in sè
ma nella progettazione che sia capace di dotarla di senso. Perché è anche vero che la rotonda ti costringe a rallentare e, nel
flusso contemporaneo, c’è spazio per l’arte pubblica.
Si devono tener presenti diverse realtà che si affollano intorno alle rotonde
per non credere che ogni rotatoria o nessuna possono
essere luoghi d’arte.
Se
non si ha un progetto artistico a volte è meglio lasciare
le rotonde come sono: luogo di smistamento del traffico, luogo di comunicazione
della città o alla città, luogo con ragioni estetiche. Creare relazioni resta
il senso stesso della rotonda con l’arte al centro. Forse partendo dalla
rotonda come metafora dove al cuore viene posta l’arte
pubblica aiuta a comprendere l’importanza culturale, sociale, relazionale, avendo
un pensiero progettuale e non solo estetico dell’abitare.
L’esperienza
creativa del progetto luogo comune si intreccia
con le dinamiche e la collettivizzazione di un gruppo eterogeneo che si raccoglie
attorno all’evolvere di una idea. Il gruppo di lavoro prende il nome dal progetto
stesso e, nella sua tensione ad espandere con circolarità idee ristrette, le allarga
ad un contesto creativo internazionale. Il Gruppo
di lavoro costituitosi nel 2006 si è concentrato per
un biennio sull’attività “sonnoComune”
e nell’ultimo biennio su “roundabout”. L’arte pubblica è materia
viva per centri non in fuga. Ulteriori informazioni sono
reperibili in www.luogocomunelab.eu.
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